Le collezioni

COLLEZIONE ANTOGNINI

La Collezione Antognini è frutto della visione collezionistica di Francesco Pasquinelli e Giuseppina Antognini, compagna ed erede di Francesco Pasquinelli e oggi presidente della Fondazione. La collezione, selezionata nel corso della seconda metà del Novecento fino alla morte di Francesco Pasquinelli nel 2011, è una preziosa raccolta di capolavori internazionali e italiani: paesaggi di Umberto Boccioni, Gino Severini, Filippo de Pisis, Carlo Carrà, Mario Sironi, Giorgio Morandi e Maurice de Vlaminck, nature morte di Georges Braque e Pablo Picasso, visioni surreali e metafisiche di Henri Rousseau, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio e René Magritte, ritratti e nudi di Amedeo Modigliani, Mario Sironi, Carlo Carrà, Massimo Campigli e Pablo Picasso, opere futuriste di Giacomo Balla, dipinti astratti di Wassily Kandinsky, Enrico Prampolini, Joan Mirò, Paul Klee, Hans Hartung, Lucio Fontana, Osvaldo Licini, Georges Mathieu e Jean-Paul Riopelle.

Dopo la creazione della Fondazione nel 2011, viene esposta al pubblico per temi e linee di dialogo in esposizioni temporanee sotto la curatela di Antonello Negri con il progetto “L’Arte in una Stanza”.

Nel 2022 un importante nucleo di opere della collezione viene donato ed esposto al Museo del Novecento di Milano.

Per la donazione vengono selezionati "Crepuscolo" (1909) di Umberto Boccioni, "Paesaggio toscano" (1912-13) di Severini, "Velocità d’automobile + luci" (1913) di Giacomo Balla, un ritratto di Mario Sironi "Figura" (1913-14), "La sala d’Apollo (Violon)" (1920), di De Chirico e un lavoro di Savinio del periodo francese, "Jour de réception" (1930), un autore sinora non rappresentato all’interno delle collezioni del Museo.

COLLEZIONE PASQUINELLI SENIOR

Francesco Pasquinelli senior, il nonno, fu un industriale tessile, mecenate e appassionato d’arte, che dopo la Grande guerra avviò un’attività collezionistica che lo portò a raccogliere un’ottantina di opere, da Mantegna e Tiziano a Previati e Medardo Rosso.

La sua collezione di quadri e sculture era stata allestita nella sua casa, attuale sede della Fondazione, nel corso degli anni trenta del Novecento come una vera e propria galleria.

Spiccano composizioni di particolare importanza come “Andata al Calvario” del Morazzone, eseguita quando il pittore lavorava all’inizio del Seicento alla decorazione delle cappelle dei Sacri Monti di Varallo e Orta, una settecentesca veduta veneziana del Canaletto e “Alla ruota degli esposti”, dipinta nel 1865 da Domenico Induno.

COLLEZIONE PERESSUTTI

La Collezione Peressutti è stata creata dall’architetto Enrico Peressutti, fondatore – con Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso ed Ernesto Nathan Rogers – del gruppo BBPR che ha dato all’architettura una serie di capolavori tra i quali il più noto è forse la Torre Velasca, vero e proprio simbolo della ricostruzione milanese postbellica.

Le opere sono state ricevute in dono dagli amici Fausto Melotti, Costantino Nivola, Max Bill, Saul Steinberg e Alexander Calder: personalità molto diverse con le quali Enrico aveva stabilito rapporti di amicizia, oltre che di lavoro.

Arricchiscono la collezione anche la scultura in gesso di Melotti, la Galleria di Milano, il più famoso disegno italiano di Steinberg, il Taccuino newyorkese di Nivola, il Mobile di Calder, i dipinti di Max Bill e un ritratto del jazzista Chet Baker.

Tutte queste opere sono ad oggi conservate da Marina, figlia di Enrico Peressutti e sorella di Francesco Pasquinelli.